Se dovessi descrivere in breve Rocco Schiavone direi fuori dal comune. Siamo sempre stati abituati a veder condurre le indagini sempre in modo simile, con lo stesso modus operandi di ogni giallo. Ma Rocco Schiavone è diverso. Sono molte le cose che contraddistinguono il vice questore di Aosta: il suo passato, la sua ”preghiera laica” fatta di canne, il ricordo della moglie e metodi non convenzionali che gli permettono di risolvere ogni caso.
Ma andiamo per gradi. Il protagonista,interpretato da Marco Giallini, è una personalità complessa: sa cosa vuol dire vivere per strada con pochi soldi, e le sue amicizie (Sebastiano per esempio) ne sono la prova. Sa cosa vuol dire la morte, perché ne è stato protagonista diretto. Sa anche cosa si prova quando si perde una persona cara, e i dialoghi con la moglie ne sono l’esempio. Diciamo che non possiamo definirlo un esempio per la società: insomma è abbastanza inusuale vedere un vice questore della Polizia che si fa di canne ogni mattina, anarchico che molte volte se ne frega delle regole, in amore sembra uno stronzo patentato. Ma dietro tutto questo si nasconde altro. Si nasconde una persona ferita, che cerca giustizia o vendetta. Una persona che molte volte si trova a fare i conti con i fantasmi del passato che lo perseguitano anche ad Aosta. Spesso si dimentica di quella sottile differenza che c’è tra il poliziotto e il giudice, mettendosi sempre in un piano superiore.
Però alla fine è questo che rende particolare Rocco, che lo rende diverso da tutti. Guai a paragonarlo a Montalbano o a Don Matteo, Rocco Schiavone ha sfumature diverse da loro.
Non sono mancate però varie critiche a questa serie tv, direttamente dal mondo della politica. Gasparri e Giovanardi (FI) lo definiscono oltraggioso e fuorviante, presentando un modello sbagliato (facendo allusione al suo consumo di cannabis). Ma alla fine non si può dire niente, dato che si tratta di un personaggio inventato nonché libertà di espressione.
Come di consueto quindi, elencherò i miei 5 buoni motivi per guardare Rocco Schiavone:
- DIVERSO : oppure anticonformista, ma questo punto dovrebbe convincervi abbastanza. Rocco non è come guardare Montalbano. A tratti è anche meglio (per quanto mi piaccia Montalbano)
- DIVERTENTE : già, chi lo avrebbe mai detto. Quasi tutto merito di colleghi apparentemente stupidi e impacciati come Campanella, o di veloci scambi di battute messe lì per smorzare un po’ i toni. Non è monotona, questo è certo
- SUSPANCE : i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo, anche se non tutti sono sempre piacevoli. Altro punto a favore, insomma è un polizesco non una soap-opera.
- PERSONAGGIO : Rocco è una personalità complessa che merita di essere conosciuta. Per questo si dà merito ad Antonio Manzini, l’autore dei libri sul vice questore.
- SCENEGGIATURA : scritta bene, anche meglio di quanto mi aspettassi. Una rivincita per la produzione ”made in Italy” che cerca riscatto.
Nella foto Marco Giallini (Rocco) con i suoi colleghi)