Bosch: la serie TV crime da vedere (forse)

No. Non sono pazzo, non stiamo parlando di trapani e nemmeno di pittori (tutto il rispetto per chi ama l’arte)

In un mondo in cui le serie TV crime sono famose per produzioni di bassa qualità come Don Matteo e CSI, poche riescono a emergere e guadagnarsi il posto che meritano. Quasi tutte raccontano la favola dei cavalieri senza macchia, integerrimi uomini in divisa che hanno solo il dovere davanti a loro. Puttanate a cui, sinceramente, non crede più nessuno.

Oramai ci siamo abituati a vedere serie dove, per prendere un criminale, bastano colpi di culo o un buon prete con amicizie nei commissariati. Troppo spesso ci concentriamo sulle vite dei personaggi e ci dimentichiamo che alla fine vogliamo vedere quei prodotti perché ci interessa scoprire come un investigatore arriva alla verità. Non come un prelato aggiusta sempre tutto anticipando la polizia in sella ad una bici (con tutto il rispetto per gli amanti di Don Matteo).

Se siete alla ricerca di qualcosa di diverso, finalmente ho trovato quello che fa per voi. Bosch. Bosch è una serie prodotta da Amazon e caricata su Prime Video (prova gratuita su questo link) che prende spunto dai romanzi di Michael Connelly. Parla di Harry Bosch, detective della divisione Hollywood a Los Angeles. Indagini, omicidi e vita privata si mischiano in maniera perfetta ed omogenea. Tutto ha un suo equilibrio, niente è dato mai per scontato.

Se volete vedere come si evolve un indagine, qui si vede tutto. Con calma, dal primo episodio fino alla fine della stagione si assiste alla sua evoluzione. Ripeto, niente di scontato. Perché alla fine, è questo che noi vogliamo vedere. I tempi di CSI dove riusciamo a trovare un colpevole grazie ad improbabili test forensi (tipo microscopi che ti trovano una molecola di sangue adagiata nel capello del vicino del colpevole). Dai, non ci crede più nessuno.

Purtroppo, non è tutto rose e fiori, e anche questa serie ha delle criticità.
Prima fra tutte i personaggi secondari. Alcuni proprio deboli sia come recitazione che come costruzione del personaggio. Ma la cosa che ancora non capisco è il tizio che pulisce e lucida le scarpe. Roba che andava di moda cinquant’anni fa se va bene. Dai.

La fotografia poi non è eccezionale, alle volte molto scolastica. In alcuni punti però ti stupisce la costruzione delle luci (e soprattutto i colori utilizzati). Ma alla fine io sono solo un appassionato. Non sono un direttore della fotografia quindi non posso arrogarmi competenze che posso solo sognarmi di avere

Ma infine, vale la pena vederla? Secondo me sì. Qua si tratta di una serie crime molto valida (anche perché la concorrenza fa un po’ pena eh) ma allo stesso tempo non è troppo pesante. Insomma, 6 stagioni da 10 episodi ciascuna alla fine non sono nemmeno troppe, per una serie che magari meritava di essere pubblicizzata di più.

Azzardo addirittura un paragone con Rocco Schiavone (la mia recensione la trovate qui) anche se il format è chiaramente diverso. Insomma, se non avete Prime Video, fate la prova gratuita e andate a vederla perché merita assolutamente.

 

2 commenti:

  1. Maria Zattoni

    Stuzzicato da secche battute irriverenti, il lettore sogghignando scorre gli occhi sulla recensione, impigliandosi nella rete di una buona retorica e di un cinismo sorridente. Come un Pollicino malizioso, Castellino sparge semi e indizi, incalzando il lettore sino alla conclusione (‘assolutamente’, ultima occhiata spalancata sul contenuto).”Troppo spesso ci concentriamo sulle vite dei personaggi e ci dimentichiamo che alla fine vogliamo vedere quei prodotti perché ci interessa scoprire come un investigatore arriva alla verità”: nell’acume di una manciata di frasi, una saggezza inattesa. Mi tolgo il cappello e aspetto la prossima recensione!

     

Commenti chiusi