X-Men. La recensione del primo capitolo della saga

Titolo Originale: X-Men
Regista: Bryan Singer
Genere: Azione, fantascienza, avventura, fantastico
Durata: 104 minuti
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Casa di produzione: 20th Century Fox, Marvel Studios, Bad Hat Harry Productions, Donners’ Company
Distribuzione italiana: 20th Century Fox
Lingua Originale: Inglese
X-Men è forse una delle saghe più amate della Marvel, oltre Captain America (e quindi gli Avengers, ma tutto è nato da Iron Man). Hugh Jackman nei panni di Logan(Wolverine) è stato il simbolo di questa saga. Ma prima di vedere e dare un giudizio su “Logan” è meglio ripartire da dove tutto è iniziato. Partiamo dal primo capitolo della saga “X-Men”, uscito nel 2000. Premetto che non è stato molto facile vederlo con un bimbo di due anni che mi dava puntualmente fastidio, ma ce l’ho fatta. Partiamo quindi dalla trama.

Il film si apre nel 1944 in un campo di concentramento in Polonia. Erik Lehnsherr, di origini ebree, viene separato dalla madre. La sua disperazione attiva i suoi poteri da mutante che gli fanno piegare il cancello. La scena si sposta in America una sessantina di anni dopo. Una ragazza di nome Marie rischia di uccidere il suo ragazzo. Scappa e in Canada incontra Logan. Marie (da adesso Rogue) è vittima di un’imboscata da parte di Sabretooth, uomo sotto gli ordini di Magento,sventato dagli X-men. Nello stesso tempo il senatore Kelly vuole approvare una legge “restrizione mutanti” (una specie di Salvini per intenderci). Il resto non posso dirlo, lo spoilererei.

Cosa c’è però di bello nei vari film X-Men? Una molto importante è quella di poter guardare un titolo della saga anche non avendo necessariamente visto quelli precedenti. Forse avendo visto quelli precedenti si riesce a cogliere qualche sfumatura nel complesso, ma le sceneggiature sono sostanzialmente “autoportanti” e non è necessario aver visto quelli prima. Questo discorso non possiamo applicarlo a titoli come Star Wars oppure Hunger Games. Un altro motivo sta nei personaggi in sé, in particolare Wolverine.

Prima dell’ ascesa di Iron Man infatti (e tutto il suo universo con “Captain America”, “Avengers” e “Agents of S.H.I.E.L.D.”) erano loro l’emblema del mondo Marvel e i diretti concorrenti degli eroi DC come Batman o Spider-Man. Anche la sceneggiatura non è scritta per niente male. Altra nota positiva del film sono le ambientazioni e gli effetti speciali. Molto fedeli ai fumetti per quanto possibile. Non dimentichiamoci che il film è del 2000 e per alcuni effetti speciali li considero già un mezzo miracolo.

Mi duole dirlo, ma purtroppo anch’esso (come tutti i film) ha delle pecche. La pecca più evidentemente è la recitazione: a tratti è veramente piatta e in momenti poco dinamici rischia anche di diventare noiosa. È anche un peccato dirlo perché quando un film è carente su questo punto di vista rischia di diventare molto mediocre. Hugh Jackman e Patrick Stewart sono forse i migliori del cast. Molti siti che fanno statistiche di recensioni infatti non hanno dato punteggi altissimi: 7.4/10 IMDb e 2.6 Mymovies. L’unico sito che sulla base di non so cosa ha dato un punteggio spropositato di 4.3/5 è stato Coming Soon, ma non mi stupisco visto che hanno dato 4.4/5 a Suicide Squad (ho detto tutto). Tuttavia si salva in corner.

Riassumiamo: una delle migliori saghe Marvel, buona sceneggiatura, buone ambientazioni ed effetti speciali, ma un po’ carente sulle prestazioni recitative.

Il mio voto? 7.5 su 10. Sembra basso come punteggio ma invece non lo è. Anzi precedentemente riconosco di essere stato troppo generoso. Consiglio questo film? Certo che sì. Sarei un pazzo se non lo facessi.

 

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