CROSSING LINES- come arrampicarsi sugli specchi

Quasi tutte le serie TV polizesche hanno una trama che coinvolge i personaggi principali, e questa trama di solito viene raccontata un po’ alla volta ad ogni puntata. Ecco, non è il caso di questa serie. E non è assolutamente un bene, dato che alla lunga sembra tutto messo dentro un pentolone a casaccio. Sto parlando di Crossing Lines, una serie che vede tra gli attori principali Donald Sutherland per esempio (non è certamente uno raccattato per strada). Questa serie per la verita l’ho iniziata per caso, e mi avrebbe irritato non finirla anche se non è un granché.


TRAMA –> Luis Daniel (maggiore della polizia francese) propone al suo amico Michel Dorn (procuratore capo della Corte Penale Internazionale) di creare una task force internazionale che si occupi di casi transfrontalieri. La task force è composta da membri di diversa nazionalità. Durante i casi che la squadra dell’ ICC cerca di risolvere, parallelamente vengono raccontati piccoli pezzi di storia degli agenti e si indaga anche su un’esplosione che ha visto morire il figlio del maggiore Daniel (tranquilli, non è spoiler). A grandi linee questo è quello che succede nelle due stagioni. Nella terza ed ultima stagione cambiano quasi tutti i componenti della squadra senza che venga data alcuna spiegazione. Molti non si sa nemmeno che fine abbiano fatto. Come scelta di sceneggiatura è stata una troiata assurda. Sarebbe stato meglio tenersi solo due stagioni se il risultato è stato questo. 


Se dobbiamo essere sinceri, il risultato ottenuto da questa serie TV è pessimo. Soprattutto se teniamo conto della terza stagione che potrebbe benissimo essere tolta ed essere messa come una serie a parte. Concentriamoci, quindi, principalmente sulle prime due stagioni. La caratterizzazione dei personaggi è fatta veramente male; a volte sembra quasi che ci si dimentichi di questo piccolo dettaglio. 

La trama di fondo (il filo rosso di tutta la serie) per alcune puntate sembra non esista proprio, come se gli sceneggiatori se ne fossero dimenticati nuovamente. Non ne faccio una vera critica ma quasi tutti i componenti della squadra hanno qualche scheletro nell’armadio e, guarda un po’ la coincidenza, diversi casi che devono risolvere li vedono coinvolti in qualche modo. Io la vedo una gran forzatura. Sinceramente non mi sento di dare la colpa agli attori perchè bene o male la loro parte la fanno. I problemi sono alcune lacune di sceneggiatura gigantesche. Cose che saltano all’occhio e non sono per niente belle da vedere. 

Parliamo invece della terza stagione. Si vede il cambio di regia: nelle prime due stagioni l’executive producer era 

Edward Allan Bernero, mentre nella terza stagione è stato sostituito da Frank Spotnitz. Il più grande errore fatto. La serie è diventata un’americanata noiosa e la sceneggiatura è piatta più di prima. Hanno cambiato tutto, troppo. Il fatto che abbiano sciolto la squadra non può essere il pretesto per dare degli uffici che sembrano usciti da CSI. Tra l’altro non si sa che fine abbiano fatto alcuni. Se i membri della precedente task force erano stati scelti per caratteristiche speciali (uno bravo con le armi, un’altro ancora genio informatico), in questa terza  stagione quasi tutti i componenti sembrano essere scelti a caso.

Parliamo invece dei casi che devono risolvere. Nelle prime due stagioni diversi casi vengono risolti in maniera assurda, sembra che trovino la soluzione quasi per caso. Per fortuna la cosa migliora nella terza stagione. Eccezion fatta per questi casi “strani”, tutti gli altri sembrano ben congeniati e poco viene lasciato al caso. Come ho già detto, peccato per quelli fatti male.

Un’altra cosa che mi ha dato veramente fastidio è stato il doppiaggio. Tutti i personaggi italiani sono stati doppiati con un fastidiosissimo accento del sud. Questo è un luogo comune che tutti hanno su di noi. 

Tiriamo le somme: sceneggiatura pessima e terza stagione da cancellare solo perchè sembra fuori contesto. In compenso buoni gli attori e le ambientazioni. Purtroppo però le lacune sono troppe. Il voto per me è 5. È un peccato, perchè un po’ mi ero affezionato al team delle prime due stagioni. Le loro storie erano interessanti, ma sono state raccontate male e poco.

 

 

Grazie per avermi seguito. Ci vediamo al prossimo articolo.

 

 

 

 

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