THE BLIND SIDE – LA RECENSIONE

La storia di Michael Oher, raccontata nel film ‘The blind side’

Titolo Originale: The blind side
Regista:John Lee Hancock
Genere: biografico, drammatico, sportivo
Durata: 128 minuti
Paese: Stati Uniti
Casa di produzione: Alcon Entertainment, Zucker/Netter Productions
Distribuzione italiana: Warner Bros. Pictures
Lingua Originale: Inglese

“Gli hai cambiato la vita.”
“No. lui ha cambiato la mia!”
La prima volta che ho visto questo film è stato quasi per caso. Mi trovavo in un seminario (storia lunga questa) e nella sala TV uno dei ragazzi guardava un film. Gli chiesi che cosa stesse guardando e lui rispose in modo molto vago “La storia di un ragazzo che viene raccolto dalla strada”. Fortunatamente aveva iniziato da poco e me lo sono goduto quasi tutto. Una settimana dopo, tornato a casa mia, ho noleggiato il DVD in biblioteca e l’ho rivisto tutto.

“The blind side” è un capolavoro. È una delle storie meglio raccontate nel mondo del cinema a mio avviso. Un cast di eccezione che ha pure vinto, oltre a svariati premi, un Oscar ( Sandra Bullock-miglior attrice protagonista 2010). The blind side parla di una storia vera, commuovente e che ogni tanto porta anche ad alcune riflessioni.

Il film racconta la storia di Michael Oher, attuale giocatore di football americano nella NFL (National Football League, il maggiore campionato di football americano al Mondo), della sua vita passata e della famiglia Tuohy. Figlio di una madre tossicodipendente, grazie ad un amico riesce a farsi ammettere in una scuola cattolica a Memphis (Tennessee-USA). In quella scuola il rendimento è molto importante e lui di certo non ha un inizio facile, anzi i risultati sono sempre pessimi. Ad un certo punto si ritrova anche sbattuto fuori di casa e una sera viene notato camminare solo al freddo dalla famiglia Tuhoy. Quella che doveva essere una situazione temporanea si trasforma in un trasferimento permanente nella famiglia, inizia a migliorare anche a scuola e dopo un inizio un po’ lento eccelle nel football americano. Questo lo porterà ad avere offerte da tante università americane che, nella vita reale, lo porteranno fino alla NFL.

Inutile dire che la storia è molto commovente e ricca di emozioni. L’ interpretazione di Sandra Bullock è stata perfetta, tanto che grazie al personaggio di Leigh Anne Tuhoy vincerà l’oscar come “miglior attrice protagonista” nel 2009. Piccola curiosità: all’inizio si pensò di offrire il ruolo a Julia Roberts, che però rifiutò; offrirono quindi il ruolo alla Bullock che, in un primo momento rifiutò, ma poi accettò l’offerta.

Il ruolo di Michael Oher (nel film con il soprannome di Big Mike, per la sua stazza) è stato affidato a Quinton Aaron che, a mio avviso, non ha tradito le aspettative riuscendo mostrare con evidenza tutte le caratteristiche emotive del personaggio, da un “istinto protettivo” innato alla fragilità dovuta a un’infanzia davvero difficile.

Il voto per questo film? 9 assolutamente. Sarebbe da pazzi dare un’insufficienza a questo film. Basti pensare che gli incassi sono stati 255.951.749 $ negli USA e 301.567.635 $ in tutto il mondo. Un film che merita assolutamente di essere visto e rivisto. Non racconta solo una storia, ma secondo me mostra anche un modello ideale che proviene dalla religione cristiana: aiutare il prossimo indipendentemente da chi esso sia o cosa abbia fatto. Non a caso nel film la famiglia Tuhoy è profondamente cristiana.

 

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