Mia cara Romagna

Venerdì 19 maggio 2023
In questi giorni vivo con un mix di sentimenti che non mi lasciano per niente tranquillo. Vedere la Romagna, mia terra adottiva, devastata è straziante. Ogni giorno che passa sento il morale sempre più a terra. Ad ogni abbraccio cerco di aggrapparmi per paura di cadere e non riuscire ad alzarmi. Mi trovo qui, davanti allo schermo, scrivendo queste parole forse per esorcizzare il malessere che mi sto portando dentro.

Impotente. Mi sento impotente davanti alla Natura, che imperterrita va avanti noncurante di ciò che si trova davanti. Frane, strade che vengono giù, ponti crollati. Le strade di città che una volta percorrevo in macchina le ho viste sommerse di acqua e fango. I fiumi che portano al mare colmi, e spesso così alti da esondare. All’inizio non pensavo di arrivare a questo punto, vedere piccole frazioni ad una manciata di chilometri da casa mia sommersi da un metro d’acqua. Una pianura immensa tutta piena d’acqua. Se mi avessero descritto questa scena una decina di anni fa avrei replicato come impossibile

Triste. Amareggiato, affranto. Non c’è molto altro da dire. Quando provi a chiamare al telefono i tuoi amici, e loro non ti rispondono perché alle 5 del mattino sono stati fatti evacuare da casa loro. Quando il tuo fratellino ha il terrore che il canale di fronte a casa tua possa investire la casa e distruggere il giardino. Quando la città assume gli aspetti di uno scenario apocalittico. Beh, queste e molte altre cose sono cose successe in questi giorni, e io non sono riuscito a reagire.

Incazzato. Inutile girarci intorno. Provavo e provo tuttora rabbia. Vedo la mia città che rischia di essere sommersa dall’acqua e non posso fare niente. Nel momento in cui scrivo sono lontano solo 140 km, ma a me sembrano 1400. In autonomia non riesco a tornare a casa, e il non poter dare una mano concreta mi devasta. Vedo amici, conoscenti o colleghi che sono in prima linea. Chi spala il fango dalle città appena liberate, chi gestisce gli sfollati, chi prova a tenere l’acqua sotto controllo. Sono anche invidioso.

Tutte queste cose mi rendono fiero di fare parte della Romagna, terra che mi ha adottato quando all’età di un anno la mia famiglia si è trasferita dal profondo sud. Apro instagram continuamente per vedere gli aggiornamenti, capire cosa si è salvato e cosa no. Vedo gente che ha perso tutto, ma con il sorriso pulisce le strade e intona Romagna mia. Sistematicamente gli occhi si bagnano di lacrime, alle volte è commozione altre volte serve a buttare fuori quello che sto passando dentro.

Cara terra mia che non mi hai abbandonato, perdonami se non sono lì con te nel momento del bisogno. Stringi i denti. Hai cacciato gli invasori 70 anni fa, hai sempre accolto chiunque ne avesse bisogno. Sei fantastica Romagna mia, e sono sicuro che da queste macerie verranno su delle splendide cattedrali.


Se volete dare una mano anche a distanza, potete fare una donazione tramite la Croce Rossa Italiana (qui il link). In alternativa anche i comuni hanno attivato le loro linee, vi lascio quello di Ravenna, il mio comune che ha dovuto sacrificare ettari di terreno coltivato per poter salvare la città (qui il link)

 

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