Blackface, voice acting e i mulini a vento

In questi giorni il mondo cinematografico americano è scosso dalle proteste per black lives matter. Tuttavia, le cose hanno preso una piega non felicissima e sono sfociati in ambiti che proprio non gli appartengono come blackface o voice acting nel cinema.

Scrivo queste parole di getto, come un flusso di coscienza. Sono fermamente convinto che questa storia sia diventata un’autentica battaglia contro i mulini a vento. Perché andiamo ad attaccare cose che di razzista non hanno assolutamente niente. Ci fossilizziamo su alcuni punti, perdendo di vista il concetto generale. E l’ovvia conseguenza è che come al solito facciamo stronzate (noi della razza umana d’altronde siamo esperti in questo, forse i migliori di questa galassia).

Dopo la morte di George Floyd avvenuta oramai più di un mese fa, sono iniziate forti proteste assolutamente legittime sui diritti degli afroamericani in America e sul pugno duro della polizia e altre cose. Ma, anche stavolta l’abbiamo fatta magistralmente fuori dal vaso. In tutti gli ambiti.

Abbiamo (o meglio, hanno) buttato giù statue contro i cattivi colonizzatori (senza ricordare che gli americani stessi si sono resi carnefici del più grande genocidio di indiani d’America) e, come ovvio siamo andati a finire anche nel cinema.

Prima si è partito da Via col vento e la sua rimozione dal catalogo HBO, perché considerato razzista (e grazie al cazzo, parliamo degli anni 30′ dove il razzismo era considerato quasi normale). Ma ve lo immaginate Alberto Angela che in un documentario sul Colosseo glissa sugli schiavi africani? Cos’è meglio, raccontare i fatti per evitare che avvengano di nuovo, o nascondere tutto sotto al letto ignorando il problema?
Comunque, passi Via col vento

Dopo, è iniziato il finimondo. E la black face no perché offende. E il voice acting di bianchi che doppiano neri no perché discriminatorio. Ragazzi, ci rendiamo conto di cosa stiamo facendo?

Nel caso della blackface mi riferisco ovviamente agli episodi di Scrubs (che, ahimè, devo ancora recuperare) cancellati dal catalogo americano di Netflix perché considerati offensivi. Nel secondo caso invece mi riferisco a puntate dei Simpson.

Non credo di sbagliare quando dico che questa è un’autentica battaglia contro i mulini a vento, perché posso citarvi altri film anche più blasonati dove ci sono momenti molto più razzisti. Perché non abbiamo montato un caso su Scary Movie? Se volete vi rinfresco la memoria. C’è una scena in cui Shorty arriva con la macchina piena di fumo. Non è razzista questo? No?

Vediamo altro allora. Andiamo su Black Panther. I palazzi ultratecnologici del Wakanda che Stark Tower levati proprio. Grandi palazzi ma con il tetto in paglia. E ditemi se non è razzista questo. Dai su.

Perché dobbiamo andare a forzare alcune cose che non hanno la necessità di essere forzate? E allora via, togliamo Tropic Thunder perché c’è Robert Downey Jr. con la blackface. E adesso facciamo doppiare a uno di colore una scena dei Simpson anche se suona male e non ha i tempi giusti.

Capite che queste sono polemiche sterili? E pure fatte male perché andiamo spesso e volentieri a fossilizzarci su alcuni film dimenticandoci di altri che sono anche peggio. Perché non cancelliamo anche Il Cavaliere Oscuro dato che quasi tutti i neri che hanno un minimo di rilievo nel film sono cattivi mafiosi!?

So che è il mio concetto è un po’ duro, ma fondamentalmente è la verità. Non voglio arrogarmi il diritto di essere il detentore delle verità assolute, ma questa è innegabile. Criticare un film per l’utilizzo della blackface decontestualizzandola è una puttanata.

E non sono l’unico a pensarla così, andate a vedere cosa scrivono o dicono altri youtubers come victorslazo88 o Synergo. Ragazzi, torniamo ad avere un po’ di sale in zucca. Vi prego.

 

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