Il blog di Giuseppe Castellino

Totò Riina e la Cassazione. Chiariamo la vicenda

Stato Italiano infame, vuole liberare Riina

I soliti giudici corrotti scarcereranno il capo dei capi. Complimenti!

Queste sono solo alcune frasi che ho letto come commenti sotto i post che davano la notizia di una presunta scarcerazione di Totò Riina (il “capo dei capi” di Cosa nostra) da parte della Cassazione. Ovviamente c’è chi ha fatto leva sull’ignoranza e la disinformazione della gente partendo all’attacco delle istituzioni e praticando ormai il solito sciacallaggio che non stupisce più nessuno. Per fortuna le cose non stanno così, anzi sono ben diverse da come le hanno presentate molti giornali. Chiariamo subito alcuni punti fondamentali.

LA CASSAZIONE VUOLE SCARCERARE RIINA –>FALSO!

La Corte di Cassazione non emette sentenze ma vigila sull’operato dei giudici. In pratica non emette condanne ma dice se un giudice ha applicato bene una legge o meno. Il compito della scarcerazione dunque spetta solo e soltanto al giudice di sorveglianza. La Cassazione ha solo chiesto chiarimenti sulla motivazione del rigetto della richiesta di scarcerazione.

IL BOSS È IN FIN DI VITA E SENZA CURE –>FALSO!

Chi pensa che i detenuti del regime 41 bis vengano maltrattati e siano senza cure si sbagliano di grosso. Anzi, è tutto il contrario. Le cure che vengono riservate a qu

 

esto genere di detenuti in alcuni casi supera quella dei detenuti delle carceri normali italiane. Durante la sua detenzione, il boss Michele Provenzano si trovava in condizioni peggiori di Riina ed è stato comunque assistito e ha avuto diritto ad una morte dignitosa. Quindi sono bufale le notizie che affermano maltrattamenti o assenza di cure.

 

Riflettiamo però un attimo. Cosa significa morire con dignità? Per saperlo facciamo riferimento alla nostra lingua, e vediamo cosa significa dignità. “Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso”. O meglio “Rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di sé stesso e tradurre in un comportamento e in un contegno adeguati”. In parole povere tutto si basa sul comportamento dell’individuo e ciò deve essere corrisposto con un comportamento analogo.

Ergo considerando il fatto che è il capo di Cosa Nostra, che è stato il mandante di numerosi stragi tra le quali spiccano quelle di Capaci e Via d’Amelio, meriterebbe di morire solo senza il minimo aiuto allo stesso modo di come lui ha ammazzato i suoi nemici. Tuttavia sarebbe troppo crudele negare cure ad un detenuto gravemente malato, quindi lo teniamo in vita. Ricordiamo inoltre che un altro boss come Provenzano riversava in condizioni molto più gravi delle sue, eppure è sempre rimasto in prigione sotto regime di 41 bis.

Traendo le conclusioni non c’è alcun motivo per scarcerare/concedere i domiciliari a Riina in quanto la morte sarebbe comunque dignitosa. Inoltre una sua scarcerazione sarebbe una sconfitta. Una sconfitta per chi è morto affinchè la mafia non la spuntasse. Una sconfitta per chi gli ha dato la caccia per ben 23 lunghi anni di latitanza. Una sconfitta per uno Stato che si dimostrerebbe debole e sotto il controllo della mafia.

 

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